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Al Padiglione Tavolara un nuovo straordinario appuntamento dell’iniziativa griffata Fondazione Torres e Torres Sassari

Testimonianza ed esperienze, questo il fulcro della seconda edizione del progetto S.E.F., un piccolo grande master in sport, formazione e vita immaginato dalla Fondazione Torres del presidente Umberto Carboni e sviluppato insieme alla Torres Sassari griffata Abinsula del presidente Stefano Udassi. Lo spazio messo a disposizione nello splendido padiglione Tavolara di Sassari e la scena su cui prendono posto decine e decine di tasselli che compongono il presente rossoblù. Introduzione affidata a Udassi e Carboni. Presenti in sala Pierluigi Pinna e Andrea Maddau della proprietà Abinsula, numerosi partner e sponsor, Luca RaineriMario Desole, tecnici e istruttori del Settore Giovanile torresino. E si comincia.

Nessuna scusa. Tutto è determinato dalle nostre azioni. Massimiliano Sechi è lo speaker che racconta e si confronta, analizza e “performa” per dare sostanza e potenza al suo messaggio. Sassarese Life & Business Coach, NLP Master Practitioner, Campione del Mondo negli eSports e di MindMapping, Speaker Internazionale, Consulente di top Manager ideatore del metodo Noexcuses. Nessuna scusa, per nessuno. Nemmeno per lui che davanti a una platea di giovani calciatori, tecnici, atleti rodati mostra una sua foto che lo ritrae da piccolo insieme ad un pallone. Una immagine che accomuna. Che è intrisa di passione. Che lo lega ai suoi interlocutori. Che dice a chiare lettere che, a prescindere dalle contingenze, la passione può portare comunque alla felicità. Massimiliano si muove sulla sua carrozzina e intanto con sorriso e parlata sicura interagisce con i ragazzi del vivaio Torres cui è rivolto il progetto, con i “grandi” del pallone rossoblù, con dirigenti, rappresentanti degli sponsor, sportivi e appassionati che mentre lui parla lo ascoltano. Punti di vista, spunti di riflessione densi e intensi che lo speaker regala alla platea e che la platea recepisce facendo suo questo piccolo grande tesoro. Quel che non si riesce a fare non è colpa di famiglia, compagni di squadra o insegnanti: la realizzazione dipende sempre solo e soltanto da noi dice Sechi. “Ho scelto di diventare talmente bravo da provare ad esserlo ancora di più rispetto a chi aveva due gambe e due braccia” afferma con la leggerezza consapevole di chi sa esattamente cosa dice perché lo ha vissuto. Il resto delusa dire e narrare? Lo custodiranno mente e memoria di tutti i presenti. E se i semi, piantati, faranno presa.. forse, lo vedremo in futuro (anche) sul campo, magari nella vita dei nostri ragazzi. “I forti si rialzano soprattutto quando il mondo gli è contro” [cit.]. Grazie Max.

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