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Il libro è dedicato al fratello Carmelo, ex calciatore di serie A scomparso a 37 anni a causa di un linfoma

Il progetto umanitario legato alla causa punta a realizzare 5 campi da calcio in cinque angoli del mondo (2 sono già in essere)

Questa è la storia di due fratelli che viaggiano per il mondo abbraccio. Storia lunga 600mila km per il mondo (10 giri attorno al globo, oltre 111 Stati toccati). Percorsi per lo più in autostop, preso su da persone cui raccontare questa storia. Storia scritta su un libro – “La storia di una promessa”, dedicato al fratello Carmelo Imbriani ex calciatore di Serie A deceduto nel 2013, il 15 febbraio, a soli 37 anni a causa di un linfoma – che trova sviluppo anche in una proiezione video. 

“Ho lasciato qualcosa come uomo, la mia vittoria più grande” è uno degli ultimi messaggi di Carmelo. Tutto comincia a Ceppaloni, provincia di Benevento, il 10 febbraio 1976. Le giovanili del Napoli, l’esordio in Serie A con il club biancoceleste a 18 anni nel 1994: Lippi lo manda in campo contro il Cagliari nei minuti finali. La prima da titolare nel maggio 1995, quando Boskov lo schiera a Brescia in tandem con Agostini, 2-1 e primo goal di Imbriani nella massima serie.

Oggi pomeriggio, prima dell’allenamento, a parlare alla squadra della Torres, staff tecnico compreso, è Gianpaolo Imbriani: “Vorrei portarvi in viaggio con me. Ma prima importante è che voi conosciate mio fratello Carmelo. Il calciatore. L’uomo. La gioia del suo correre il campo. Il saluto della sua gente al momento della sua scomparsa”. Gianpaolo in questi 11 anni ha fattore per 12 volte il giro del mondo: da quel dolorosissimo giorno non si è più fermato. Per qualche mese all’anno fa la stagione a San Teodoro, spende pochissimo fra ospitalità gentilmente offerta e autostop, ma se devo prendere un aereo lo paga così.

Sullo schermo della Club House Torres scorrono immagini del calciatore, le parole del fratello al Campidoglio, il messaggio di chi ama il calcio e ringrazia il calcio per quel che significa e per quel che ha dato. “Imbriani non mollare” non è più solo uno slogan, ma una speranza condivisa da chiunque combatte la sua battaglia per la vita oltre il campo e nella vita comune, scommettendo sulla ricerca e alimentando – appunto – la speranza. 

Non è mai solo Gianpaolo, che intanto organizza eventi di solidarietà e sensibilizzazione in ogni parte del mondo e incontra le squadre di tutta Italia. accompagnato sempre come detto dall’immagine di due fratelli che girano il mondo abbracciati e da un obiettivo: la realizzazione di cinque campi da calcio intitolati al fratello nei cinque continenti, i primi due (a Benevento e in Tanzania) già completati. Con i proventi del libro si punta al terzo, in Argentina. 

Bello sarebbe che i miei nipoti, i due figli di Carmelo, possano un giorno vedere il loro papà un po’ ovunque nel mondo e crescere insieme a lui, attraverso le foto che scatto  in viaggio, quelle di mio fratello, le magliette con il suo volto o l’adesivo dedicato che la gente attacca ovunque”. Il progetto continua a vivere grazie ai campi di calcio intitolati a Carmelo Imbriani e al supporto raccolto fra globo e squadre. Ma continua a vivere anche il ricordo di Carmelo,nei suoi cari e nel mondo intero.

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