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Fallu Baddà: l’identità, la città, i Candelieri, lo stadio, la squadra, i Gremi, Sassari, la Faradda e la Torres

Lo senti? Lo senti in lontananza il rumore dei tamburi.. arriva dal centro di Sassari, dal cuore della città, dal cuore che pulsa e vive di passione e di emozione. È come un vento, forte e carico di entusiasmo, di gioia di colori e senso di appartenenza. È il vento che da secoli spinge i Candelieri di Sassari, simbolo cittadino, orgoglio sassarese e patrimonio dell’Unesco, lungo la “Faradda”. La festa per eccellenza.

Fallu Baddà, cantano a ritmo del tamburo i portatori, la gente, i gremianti e la città di Sassari. Fallu Baddà, chiedono a gran voce quelle voci che si uniscono in un solo forte urlo. Un urlo, denso e intenso come quello che avvolge lo stadio “Vanni Sanna” al momento dei gol del Torres. E a fare da sottofondo ad ogni gol segnato dai rossoblù, da un anno a questa parte, ci sono proprio i tamburi: gli stessi che dettano il ritmo ai Candelieri.

I Candelieri e la Torres, simboli riconosciuti e riconoscibili, fenomeni da esportazione che superano i secoli ed il passare del tempo e che nel giorno della “Faradda” si fondono in un momento intriso di orgoglio, di passione e di appartenenza. La Torres, che con il presidente Udassi ha incontrato l’Intergremio del presidente Fabio Madau alla presenza di una folta e interessata rappresentanza di gremianti, ha donato all’Intergremio stesso 13 abbonamenti corporate, 13 chiavi d’accesso allo stadio, 13 punti di contatto e di rinsaldata e rinnovata fratellanza, simboli anch’essi di volontà, di presenza e di appartenenza. Per l’occasione Francesco Usai, noto artista sassarese, ha realizzato e donato al presidente Udassi, alla Torres e alla sua proprietà una scolatura raffigurante i Candelieri stessi, ennesima connessione fra squadra e città, stabilita (sempre) all’ombra del candeliere.

Vicinanza. Come quella espressa dalla Torres ai detenuti del carcere sassarese di Bancali. Stefano Udassi, alla presenza di don Gaetano Galia, della dottoressa Troffa (educatrice), di alcune ragazze della sezione femminile e di tutte le autorità amministrative, religiose e militari del territorio, ha partecipato alla suggestiva “Faradda” del Candeliere dei Detenuti svoltasi giovedì scorso nella struttura diretta da Marco Porcu. Il gruppo musicale “Lu Monti” accompagnava lo scorrere di questa particolarissima manifestazione suonando e cantando le canzoni più care alla tradizione sassarese (Sassari, L’Argentiera etc): tra un brano e l’altro i portatori hanno fatto ballare il loro Candeliere, mentre una voce narrante raccontava la discesa immaginando di viverla nel cuore di Sassari, lungo il corso e all’arrivo a Santa Maria, in una condizione di “normalità”. Davanti alla Madonna il voto si scioglie. Emozionante. Toccante.

La storia della città danza al fianco dell’incedere caracollante ma fiero dei Candelieri. La storia del pallone sassarese poggia sui 120 anni di storia della vecchia signora rossoblù che quest’anno, ancora una volta, sfiderà la terza serie italiana. Ed il 14 agosto, il giorno della Faradda, il giorno della discesa dei Candelieri, la Torres ci sarà. Sarà in piazza Tola, con i suoi abbonamenti e i suoi colori. Sarà in mezzo alla gente, con la sua gente. Vivrà la festha manna da protagonista e da attenta osservatrice.

Fallu Baddà, il Candeliere. Fallù Baddà, l’intero stadio. Con il tamburo in sottofondo, suono caro e ricorrente che richiama alla mente sensazioni di gioia lunghe un anno intero, lunghe una Faradda intera, lunghe un campionato intero. Fallu Baddà. Facciamolo, insieme.

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