Torresini sparsi per l’Italia e il mondo: sono expat che seguono la squadra su media e social sventolando orgogliosi le bandiere rossoblù
La Torres non ha confini. È un concetto che supera le distanze perché unisce sotto i colori e il vessillo di un’unica bandiera. E di un’unica passione. Lavoro e studio, scelte private e casi della vita, portano spesso le persone a lasciare casa, a trovarne un’altra a volte lontana – molto – da quella di origine. Il tifoso però porta con se il ricordo, la storia, la passione per quell’unica maglia mai amata. La porta con sé in valigia, in forma d’una sciarpa o di una maglia o di un ricordo legato ad una stagione o alla singola gara. Ma, soprattutto, la porta sulla pelle e sotto pelle.
Così è per i tanti torresini che in Italia e nel mondo sono andati via da Sassari ma mantengono intatto nella mente il ricordo del Vanni Sanna e dei loro beniamini. Ricordo da rinverdire seguendo le sorti della squadra in diretta streaming in occasione degli incontri casalinghi, scambiando commenti in chat e supportando – sempre e comunque – al di là del mare e delle distanze.
Sono gli expaTorres, ci piace ringraziarli e dedicare loro uno spazio apposito sui nostri profili social: se potete, quando volete scattatevi un selfie che ritragga voi e la città in cui oggi vivete, con la Torres in sottofondo sullo schermo del computer, o con una sciarpa al collo e qualunque cosa possa mettere in evidenza il vostro essere torresini. Tanti di voi ci hanno già scritto, qualcuno ha già inviato qualcosa di bello.
Un esempio: Mario Uras, torresino da generazioni, vive a Trento ormai da anni ma la Torres no, non l’ha davvero scordata ed anzi le ha dedicato un piccolo grande straordinario museo..
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